Regole base per L'elevazione sociale dell’umano in un branco misto
A cura di Fabio - 338-9008208

Premessa.
La partecipazione del cane alle attività umane risale a circa quindicimila anni. È ovvio che i nostri antenati non avessero la conoscenza che ci è data dai nostri giorni, eppure in quasi tutti gli insediamenti umani erano presenti i cani. Forse il cane era un animale diverso, perché era differente la selezione (sicuramente sopravvivevano solo gli individui che si adattavano autonomamente), ma altrettanto eravamo diversi noi. La “famiglia” era la struttura sociale che disciplinava le attività dei nostri antenati. Le “regole” cui dovevano sottostare gli uomini erano molto rigide ed i cani potevano individuare facilmente un branco ben strutturato.
Se prendiamo il “lupo”come riferimento di confronto, dobbiamo considerarlo l’estremità opposta su cui calcolare la media che ci permetterà di capire il cane: l’ottimizzazione del rapporto si ottiene quando ci comportiamo come umani che rispettano (non assecondano) il cane e ne pretendono da lui altrettanto.
Le regole che seguono devono essere considerate soltanto come elementi di disciplina di un rapporto e non come unico metodo di relazione con il cane.
1. Prima di mettersi a tavola, preparare la ciotola e metterla in un posto visibile ma non raggiungibile. Non dare nulla dalla tavola, se avanza qualcosa, è possibile metterlo nella ciotola. Ignorare tutte le richieste di cibo da parte del cane. Consumare il pasto e, solo dopo aver sparecchiato, dare la ciotola. Lasciarla a disposizione per circa 20 minuti, quindi toglierla, anche se il cane non ha finito di mangiare. Altro cibo sarà riproposto al pasto successivo. E’ importante che il cane mangi dopo i proprietari, che non riceva nulla dalla tavola e che non abbia cibo a disposizione. Se il cane è particolarmente indisciplinato, al punto da non permettere il naturale svolgimento del vostro pasto, legarlo. Se il cane mangia in ambiente separato, preparate il pasto (anche fingendo gesti teatrali ed elaborati) dopodiché, prima di porgere la ciotola al cane, far finta di mangiare da essa e solo dopo metterla a terra.
(Imitazione del comportamento nel branco lupino in cui è il soggetto Alpha, o meglio il Leader/Conduttore, a mangiare per primo per poi cedere il passo ai “sottoposti”in attesa dell’invito)
2. Ignorare tutte le richieste del cane. Un cane può chiedere cibo, carezze, giochi e attenzioni in vari modi: abbaiando, appoggiando il muso sulle gambe, infilando la testa sotto le mani, saltando addosso, uggiolando ecc. Reagire con assoluta indifferenza, quindi non sgridarlo, non spingerlo via,non guardarlo con disappunto: l’indifferenza sarà quindi verbale, visiva, tattile. Se siete in piedi potrete fare un passo indietro o girarvi di fianco o di schiena, se seduti voltate la testa dal lato opposto del cane, se insiste, senza parlare alzatevi e giratevi di lato. Quando LUI rinuncerà, potrete richiamarlo e dargli attenzione. Sarà opportuno chiamare il cane quando è intento a fare altro o è disteso a riposare per accarezzarlo, proporgli un gioco ecc. Chiamarlo una sola volta, se il cane non ha voglia di interagire con voi non insistere.
3. Non permettere al cane di condividere i luoghi di riposo con i proprietari (si parla di letti, divani e poltrone). Sarà bene procurare al cane una cuccia, o un lettino, da posizionare in un luogo tranquillo e lontano dalla porta di casa, possibilmente fuori dalle stanze da letto. Per i primi tempi è possibile chiudere le porte delle stanze da letto o posizionare sedie rovesciate sui divani per non permettere al cane di salire, almeno fino a quando non avrà imparato a rispettare questa regola (Ognuno ha il suo posto, la sua tana. Quella del Leader è posta generalmente un po’ in alto e nessuno del branco può avvicinarvisi se non “invitato”. Diversamente un cane intenderebbe di avere il permesso indiscusso di avere accesso nelle tane di tutti mentre gli altri del branco-misto, non occupano la sua
4. Quando si rientra in casa, salutare per primi tutti gli altri elementi della famiglia, per ultimo il cane. Salutarlo solo quando avrà smesso di agitarsi. Per esseri sicuri che si sia calmato, aspettare che si metta a cuccia o che si sdrai prima di accoglierlo. Eccessive manifestazioni di gioia e feste esagerate dovranno comunque essere ignorate. Chiedere agli ospiti di avere lo stesso atteggiamento nel momento in cui vengono a farvi visita. (E’ pur vero che rientra nella normalità per i lupi, non per i cani, quella di salutarsi dopo una separazione-esempio dopo una battuta di caccia- qui si vuole, però far capire al cane che allontanamenti e brevi distacchi dal Leader-umano possono essere la normalità nella quotidianità, scongiurando il rischio che in alcuni soggetti si sviluppi o accresca un ansia da separazione)
5. Il cane non deve mai uscire o entrare (passare in spazi angusti) prima di voi Al passaggio di porte e portoni, chiedere al cane di sedersi e di stare fermo all’interno. Posizionarsi di fronte al cane dando le spalle alla porta, quindi, solo dopo averlo chiamato, si può dare il permesso al cane di uscire,sempre però dopo di voi. Nel caso il C. sia puntato alla porta e non aspetti altro che scaraventarsi fuori al minimo pertugio, allora senza parlare, apritela di poco e al minimo accenno di movimento verso di essa, chiudete. Procedete così per più di volte, fintanto che LUI non si fermerà guardandovi o verrà a sedere dietro di voi.
(E’ il Leader a decidere le uscite per iniziare la caccia, ed è sempre lui a dare ordini ai membri del gruppo, magari per controllare il territorio)
6. E’ vitale, fondamentale ed importantissimo costruire una relazione con il ns. beniamino. Portarlo regolarmente fuori (se impossibilitati 2 volte al dì, cercare un compromesso) per espletare i suoi bisogni ma anche per esigenze olfattive, (chissà quanti segnali ha da leggere annusando in giro) E fare nuove esperienze con altri simili per gioco-socializzazione.
Giocare con Lui. Non necessariamente a lungo, considerando la scarsità di tempo, ma dedicategli sempre una manciata di minuti al giorno, facendo insieme ciò che gli piace (tira e molla, pallina, attivazione mentale) rafforzerà il rapporto.
Le regole sopradescritte hanno lo scopo di indurre i proprietari di un cane ad assumere un comportamento autorevole e di facile lettura per il loro animale. Tali comportamenti non sono violenti e non producono timore nel cane, il loro fine è di far “vedere” all’animale che i loro compagni umani sono sicuri nelle loro posizioni (leadership) e questo produce sicurezza e tranquillità nel soggetto “subordinato”. L’obiettivo principale è di inscenare un’elevazione sociale dell’uomo e non una regressione sociale del cane.
La durata di applicazione delle “regole” è relativa al tempo che il cane impiega ad acquisire chiaramente i ruoli che gli umani svolgono all’interno del gruppo misto. Una volta riusciti nell’intento, ed in funzione delle reazioni del cane, si potranno concedere graduali eccezioni fino ad ottenere un rapporto disteso e spontaneo.
Ricordatevi sempre che un cane che comanda e che viene eccessivamente viziato in famiglia non è un cane felice. Perché si assume la responsabilità di doversi preoccupare per la sorte dei familiari e questo non è socialmente corretto.
SIAMO NOI A DOVERCI OCCUPARE DEI NOSTRI CANI ed essi devono rimanere gerarchicamente gregari per potersi sentire giustamente e tranquillamente parte del “branco
Divertitevi insieme con gioia, bau bau
La partecipazione del cane alle attività umane risale a circa quindicimila anni. È ovvio che i nostri antenati non avessero la conoscenza che ci è data dai nostri giorni, eppure in quasi tutti gli insediamenti umani erano presenti i cani. Forse il cane era un animale diverso, perché era differente la selezione (sicuramente sopravvivevano solo gli individui che si adattavano autonomamente), ma altrettanto eravamo diversi noi. La “famiglia” era la struttura sociale che disciplinava le attività dei nostri antenati. Le “regole” cui dovevano sottostare gli uomini erano molto rigide ed i cani potevano individuare facilmente un branco ben strutturato.
Se prendiamo il “lupo”come riferimento di confronto, dobbiamo considerarlo l’estremità opposta su cui calcolare la media che ci permetterà di capire il cane: l’ottimizzazione del rapporto si ottiene quando ci comportiamo come umani che rispettano (non assecondano) il cane e ne pretendono da lui altrettanto.
Le regole che seguono devono essere considerate soltanto come elementi di disciplina di un rapporto e non come unico metodo di relazione con il cane.
1. Prima di mettersi a tavola, preparare la ciotola e metterla in un posto visibile ma non raggiungibile. Non dare nulla dalla tavola, se avanza qualcosa, è possibile metterlo nella ciotola. Ignorare tutte le richieste di cibo da parte del cane. Consumare il pasto e, solo dopo aver sparecchiato, dare la ciotola. Lasciarla a disposizione per circa 20 minuti, quindi toglierla, anche se il cane non ha finito di mangiare. Altro cibo sarà riproposto al pasto successivo. E’ importante che il cane mangi dopo i proprietari, che non riceva nulla dalla tavola e che non abbia cibo a disposizione. Se il cane è particolarmente indisciplinato, al punto da non permettere il naturale svolgimento del vostro pasto, legarlo. Se il cane mangia in ambiente separato, preparate il pasto (anche fingendo gesti teatrali ed elaborati) dopodiché, prima di porgere la ciotola al cane, far finta di mangiare da essa e solo dopo metterla a terra.
(Imitazione del comportamento nel branco lupino in cui è il soggetto Alpha, o meglio il Leader/Conduttore, a mangiare per primo per poi cedere il passo ai “sottoposti”in attesa dell’invito)
2. Ignorare tutte le richieste del cane. Un cane può chiedere cibo, carezze, giochi e attenzioni in vari modi: abbaiando, appoggiando il muso sulle gambe, infilando la testa sotto le mani, saltando addosso, uggiolando ecc. Reagire con assoluta indifferenza, quindi non sgridarlo, non spingerlo via,non guardarlo con disappunto: l’indifferenza sarà quindi verbale, visiva, tattile. Se siete in piedi potrete fare un passo indietro o girarvi di fianco o di schiena, se seduti voltate la testa dal lato opposto del cane, se insiste, senza parlare alzatevi e giratevi di lato. Quando LUI rinuncerà, potrete richiamarlo e dargli attenzione. Sarà opportuno chiamare il cane quando è intento a fare altro o è disteso a riposare per accarezzarlo, proporgli un gioco ecc. Chiamarlo una sola volta, se il cane non ha voglia di interagire con voi non insistere.
3. Non permettere al cane di condividere i luoghi di riposo con i proprietari (si parla di letti, divani e poltrone). Sarà bene procurare al cane una cuccia, o un lettino, da posizionare in un luogo tranquillo e lontano dalla porta di casa, possibilmente fuori dalle stanze da letto. Per i primi tempi è possibile chiudere le porte delle stanze da letto o posizionare sedie rovesciate sui divani per non permettere al cane di salire, almeno fino a quando non avrà imparato a rispettare questa regola (Ognuno ha il suo posto, la sua tana. Quella del Leader è posta generalmente un po’ in alto e nessuno del branco può avvicinarvisi se non “invitato”. Diversamente un cane intenderebbe di avere il permesso indiscusso di avere accesso nelle tane di tutti mentre gli altri del branco-misto, non occupano la sua
4. Quando si rientra in casa, salutare per primi tutti gli altri elementi della famiglia, per ultimo il cane. Salutarlo solo quando avrà smesso di agitarsi. Per esseri sicuri che si sia calmato, aspettare che si metta a cuccia o che si sdrai prima di accoglierlo. Eccessive manifestazioni di gioia e feste esagerate dovranno comunque essere ignorate. Chiedere agli ospiti di avere lo stesso atteggiamento nel momento in cui vengono a farvi visita. (E’ pur vero che rientra nella normalità per i lupi, non per i cani, quella di salutarsi dopo una separazione-esempio dopo una battuta di caccia- qui si vuole, però far capire al cane che allontanamenti e brevi distacchi dal Leader-umano possono essere la normalità nella quotidianità, scongiurando il rischio che in alcuni soggetti si sviluppi o accresca un ansia da separazione)
5. Il cane non deve mai uscire o entrare (passare in spazi angusti) prima di voi Al passaggio di porte e portoni, chiedere al cane di sedersi e di stare fermo all’interno. Posizionarsi di fronte al cane dando le spalle alla porta, quindi, solo dopo averlo chiamato, si può dare il permesso al cane di uscire,sempre però dopo di voi. Nel caso il C. sia puntato alla porta e non aspetti altro che scaraventarsi fuori al minimo pertugio, allora senza parlare, apritela di poco e al minimo accenno di movimento verso di essa, chiudete. Procedete così per più di volte, fintanto che LUI non si fermerà guardandovi o verrà a sedere dietro di voi.
(E’ il Leader a decidere le uscite per iniziare la caccia, ed è sempre lui a dare ordini ai membri del gruppo, magari per controllare il territorio)
6. E’ vitale, fondamentale ed importantissimo costruire una relazione con il ns. beniamino. Portarlo regolarmente fuori (se impossibilitati 2 volte al dì, cercare un compromesso) per espletare i suoi bisogni ma anche per esigenze olfattive, (chissà quanti segnali ha da leggere annusando in giro) E fare nuove esperienze con altri simili per gioco-socializzazione.
Giocare con Lui. Non necessariamente a lungo, considerando la scarsità di tempo, ma dedicategli sempre una manciata di minuti al giorno, facendo insieme ciò che gli piace (tira e molla, pallina, attivazione mentale) rafforzerà il rapporto.
Le regole sopradescritte hanno lo scopo di indurre i proprietari di un cane ad assumere un comportamento autorevole e di facile lettura per il loro animale. Tali comportamenti non sono violenti e non producono timore nel cane, il loro fine è di far “vedere” all’animale che i loro compagni umani sono sicuri nelle loro posizioni (leadership) e questo produce sicurezza e tranquillità nel soggetto “subordinato”. L’obiettivo principale è di inscenare un’elevazione sociale dell’uomo e non una regressione sociale del cane.
La durata di applicazione delle “regole” è relativa al tempo che il cane impiega ad acquisire chiaramente i ruoli che gli umani svolgono all’interno del gruppo misto. Una volta riusciti nell’intento, ed in funzione delle reazioni del cane, si potranno concedere graduali eccezioni fino ad ottenere un rapporto disteso e spontaneo.
Ricordatevi sempre che un cane che comanda e che viene eccessivamente viziato in famiglia non è un cane felice. Perché si assume la responsabilità di doversi preoccupare per la sorte dei familiari e questo non è socialmente corretto.
SIAMO NOI A DOVERCI OCCUPARE DEI NOSTRI CANI ed essi devono rimanere gerarchicamente gregari per potersi sentire giustamente e tranquillamente parte del “branco
Divertitevi insieme con gioia, bau bau