Il secondo cane: istruzioni per l’uso
A cura di Valeria Rossi
Altra “grande richiesta” che accontento volentieri, purché si tenga bene in mente questa importante, importantissima, fondamentale premessa: NON si deve dare per scontato che tutti fili liscio con qualsiasi cane.
Le cose che diremo infatti riguardano adulti equilibrati e ben gestiti, cosa che purtroppo – come ben sappiamo – non è la regola nel mondo cinofilo moderno.
Perché “ciù is mej che uan”? Perché due cani si faranno compagnia quando noi non ci siamo e si annoieranno meno di un cane singolo. Perché il “cane unico”, proprio come il figlio unico, invoglia ai troppi vizi, ai rapporti morbosi e così via. Perché per quanto bravi siamo a interpretare il ruolo di un cane, certe cose non le potremo proprio mai fare: giocare a rincorrersi, per esempio (cioè, per potere potremmo anche: ma il cane poi ci guarda schifato, col fumetto che dice “Non c’è gusto, vai troppo piano”).
E poi non saremo mai perfetti nelle comunicazioni in canese. E poi con noi non si può condividere il sommo piacere di annusare una carogna putrefatta o di mangiare le cacche del gatto: tutte cose meravigliose che, inspiegabilmente, agli umani non piacciono.
Insomma, vivere con gli umani è piacevole, ma vivere con un proprio simile ha una marcia in più. E per noi? Be’, per noi due cani (specie quando uno è cucciolo-cucciolone) significa risparmiare un sacco di soldi di cinema: le comiche le avremo costantemente in casa. E pure in 3D.
Altra “grande richiesta” che accontento volentieri, purché si tenga bene in mente questa importante, importantissima, fondamentale premessa: NON si deve dare per scontato che tutti fili liscio con qualsiasi cane.
Le cose che diremo infatti riguardano adulti equilibrati e ben gestiti, cosa che purtroppo – come ben sappiamo – non è la regola nel mondo cinofilo moderno.
Perché “ciù is mej che uan”? Perché due cani si faranno compagnia quando noi non ci siamo e si annoieranno meno di un cane singolo. Perché il “cane unico”, proprio come il figlio unico, invoglia ai troppi vizi, ai rapporti morbosi e così via. Perché per quanto bravi siamo a interpretare il ruolo di un cane, certe cose non le potremo proprio mai fare: giocare a rincorrersi, per esempio (cioè, per potere potremmo anche: ma il cane poi ci guarda schifato, col fumetto che dice “Non c’è gusto, vai troppo piano”).
E poi non saremo mai perfetti nelle comunicazioni in canese. E poi con noi non si può condividere il sommo piacere di annusare una carogna putrefatta o di mangiare le cacche del gatto: tutte cose meravigliose che, inspiegabilmente, agli umani non piacciono.
Insomma, vivere con gli umani è piacevole, ma vivere con un proprio simile ha una marcia in più. E per noi? Be’, per noi due cani (specie quando uno è cucciolo-cucciolone) significa risparmiare un sacco di soldi di cinema: le comiche le avremo costantemente in casa. E pure in 3D.
Quale secondo cane
Possibilmente uno di sesso opposto a quello che abbiamo già: si evitano tutti i problemi, perché maschio e femmina vanno d’accordo quasi sempre.
Solo se abbiamo un cane di razza assolutamente pacifica e amichevole con i suoi simili (tipo un cavalier king charles, un bolognese…e pochi altri) possiamo pensare serenamente ai due maschi: altrimenti io consiglio di lasciar perdere. Qui devo confessare, però, il NOOOOO!!! che sbraitai a mio suocero e alla sua compagna quando mi chiesero se secondo loro facevano bene a prendere un secondo maschio, avendo già un pastore tedesco adulto.
Prego notare che trattavasi di coppia di signori anziani, lui con qualche esperienza di cani in gioventù, lei manco quella. Lei, poi, era la tipica persona da “vienidallamammachetidàilbiscottino”. Una situazione da allarme rosso se mai ce ne poteva essere una.
Ovviamente i due diedero assolutamente retta ai consigli dell’esperta cinofila di famiglia e si presero il secondo maschio, un siberian husky che, arrivato da cucciolo, venne “adottato” dall’adulto con grande affettuosità: ma questo era previsto.
“Appena Silver cresce, scoppierà la rissa”, profetizzai.
E infatti i due vissero di perfetto amore & accordo per tutta la vita, alla faccia mia. Però non fateci troppo conto, per favore.
Due femmine sono più facili da far convivere in linea generale, ma i casini possono arrivare (e seri, perché le femmine quando litigano non ritualizzano più di tanto – a differenza dei maschi – e se le suonano di santa ragione) quando una delle due va in calore. Di solito, dopo un annetto, le signore si sincronizzano e in calore ci vanno tutte e due insieme. Litigando. Un altro avvenimento ad alto rischio di risse sono le gravidanze isteriche, durante le quali alcune cagne diventano “isteriche” nel vero senso della parola e sono disposte ad uccidere l’amica del cuore per difendere, magari, il pupazzetto che hanno elevato al rango di proprio cucciolo.
Se le cagne sono destinate ad essere sterilizzate, allora i problemi sono solitamente nulli o quasi.
Se si sceglie la coppia maschio-femmina, o la cagna viene sterilizzata o ci sarà il problema di gestire i calori: in questi casi la soluzione ideale è quella di lasciare uno dei due in pensione per quel periodo (intesa sia come struttura apposita, sia come affidamento a un amico-parente che il cane conosca bene). Fargli fare i “separati” in casa, anche quando si è certi che non possano capitare “incidenti”, significa immancabilmente creare uno stress insopportabile al maschio, che potrebbe reagire con una compilation di cose sgradevoli (dal pisciare in casa al diventare irritabile o addirittura aggressivo). Siccome si tratta di una ventina di giorni, due volte all’anno, la soluzione “pensione” è di gran lunga la più semplice.
NOTA: pregasi non fare come una Sciuramaria di mia conoscenza, che ha lasciato il maschio a sua sorella solo finché la cagnetta ha avuto perdite ematiche, dopodiché l’ha ripreso in casa… il giorno esatto in cui lei è stata pronta per l’accoppiamento.
Il calore NON finisce quando finiscono le perdite di sangue, anzi è proprio da lì in poi che bisogna stare attenti!
Per quanto riguarda razze e taglie, tenderei a prediligere un divario non eccessivo: così, almeno, se scoppia la guerra i danni saranno limitati.
Anche in questo caso mi smentiscono centinaia di migliaia di casi in cui convivono felicissimamente alani e chihuahua, rottweiler e bassotti, mastini dei pirenei e westie (ho un’amica che alleva proprio queste due razze – più una razza di gatti, giusto per non farsi mancare nulla – e giocano tutti insieme contenti come pasque): però, a meno che non ci siano esigenze particolari – tipo cane da salvare - quando si è liberi di scegliere, è meglio limitare al massimo i rischi e tenersi su taglie “compatibili”.
Possibilmente uno di sesso opposto a quello che abbiamo già: si evitano tutti i problemi, perché maschio e femmina vanno d’accordo quasi sempre.
Solo se abbiamo un cane di razza assolutamente pacifica e amichevole con i suoi simili (tipo un cavalier king charles, un bolognese…e pochi altri) possiamo pensare serenamente ai due maschi: altrimenti io consiglio di lasciar perdere. Qui devo confessare, però, il NOOOOO!!! che sbraitai a mio suocero e alla sua compagna quando mi chiesero se secondo loro facevano bene a prendere un secondo maschio, avendo già un pastore tedesco adulto.
Prego notare che trattavasi di coppia di signori anziani, lui con qualche esperienza di cani in gioventù, lei manco quella. Lei, poi, era la tipica persona da “vienidallamammachetidàilbiscottino”. Una situazione da allarme rosso se mai ce ne poteva essere una.
Ovviamente i due diedero assolutamente retta ai consigli dell’esperta cinofila di famiglia e si presero il secondo maschio, un siberian husky che, arrivato da cucciolo, venne “adottato” dall’adulto con grande affettuosità: ma questo era previsto.
“Appena Silver cresce, scoppierà la rissa”, profetizzai.
E infatti i due vissero di perfetto amore & accordo per tutta la vita, alla faccia mia. Però non fateci troppo conto, per favore.
Due femmine sono più facili da far convivere in linea generale, ma i casini possono arrivare (e seri, perché le femmine quando litigano non ritualizzano più di tanto – a differenza dei maschi – e se le suonano di santa ragione) quando una delle due va in calore. Di solito, dopo un annetto, le signore si sincronizzano e in calore ci vanno tutte e due insieme. Litigando. Un altro avvenimento ad alto rischio di risse sono le gravidanze isteriche, durante le quali alcune cagne diventano “isteriche” nel vero senso della parola e sono disposte ad uccidere l’amica del cuore per difendere, magari, il pupazzetto che hanno elevato al rango di proprio cucciolo.
Se le cagne sono destinate ad essere sterilizzate, allora i problemi sono solitamente nulli o quasi.
Se si sceglie la coppia maschio-femmina, o la cagna viene sterilizzata o ci sarà il problema di gestire i calori: in questi casi la soluzione ideale è quella di lasciare uno dei due in pensione per quel periodo (intesa sia come struttura apposita, sia come affidamento a un amico-parente che il cane conosca bene). Fargli fare i “separati” in casa, anche quando si è certi che non possano capitare “incidenti”, significa immancabilmente creare uno stress insopportabile al maschio, che potrebbe reagire con una compilation di cose sgradevoli (dal pisciare in casa al diventare irritabile o addirittura aggressivo). Siccome si tratta di una ventina di giorni, due volte all’anno, la soluzione “pensione” è di gran lunga la più semplice.
NOTA: pregasi non fare come una Sciuramaria di mia conoscenza, che ha lasciato il maschio a sua sorella solo finché la cagnetta ha avuto perdite ematiche, dopodiché l’ha ripreso in casa… il giorno esatto in cui lei è stata pronta per l’accoppiamento.
Il calore NON finisce quando finiscono le perdite di sangue, anzi è proprio da lì in poi che bisogna stare attenti!
Per quanto riguarda razze e taglie, tenderei a prediligere un divario non eccessivo: così, almeno, se scoppia la guerra i danni saranno limitati.
Anche in questo caso mi smentiscono centinaia di migliaia di casi in cui convivono felicissimamente alani e chihuahua, rottweiler e bassotti, mastini dei pirenei e westie (ho un’amica che alleva proprio queste due razze – più una razza di gatti, giusto per non farsi mancare nulla – e giocano tutti insieme contenti come pasque): però, a meno che non ci siano esigenze particolari – tipo cane da salvare - quando si è liberi di scegliere, è meglio limitare al massimo i rischi e tenersi su taglie “compatibili”.
Come presentare il secondo cane al primo
Mai portandoglielo in casa a tradimento: questo è proprio fondamentale. Neppure se di sesso opposto, neppure se cucciolo, in nessunissimo caso al mondo. Verrebbe visto come un “intruso” e preso di traverso dal primo cane. L’ideale è combinare un incontro: a) in campo neutro; b) il più possibile rilassante e divertente. Un bel prato dove i cani possano correre liberi, fare conoscenza con tutta calma, giocare insieme. Solo a questo punto si tornerà tutti a casa, e l’effetto sarà “toh, che bello! Il mio nuovo amico viene a casa con me, così continuiamo a giocare”.
A questo iniziale piacere di avere compagnia subentrerà, sicuramente, un po’ di perplessità nelle ore successive (“Be? Ma non se va più? L’ospite è come il pesce…”), dopodiché il primo cane comincerà a pensare che il nuovo ospite sia stabile: e a questo punto bisogna essere molto abili nel non fargli mai pensare che sia lì per prendere il suo posto o per scavalcarlo gerarchicamente. Quindi daremo più attenzioni al primo cane, prenderemo le sue parti se dovesse esserci qualche piccolo conflitto e così via.
Attenzione soprattutto a non precipitarci a “difendere il povero piccolino” se l’adulto gli gira i denti per stabilire chi comanda: è normalissimo che lo faccia, e se si tratta di un cane equilibrato sarà “tutta scena”. Il cucciolo non correrà alcun pericolo.
Intervenire, sgridare l’adulto, far casino significa far pensare al primo cane che ci sono fondati motivi di preoccupazione legati a ‘sto botolo che gli è arrivato in casa.
Lasciateli fare, non mettetevi in mezzo. Se l’adulto ha difeso una sua proprietà – ciotola, giochino o altro – e il cucciolo viene a piangere da voi, ignoratelo. Voltate la testa dall’altra parte in segno di indifferente superiorità.
Mai portandoglielo in casa a tradimento: questo è proprio fondamentale. Neppure se di sesso opposto, neppure se cucciolo, in nessunissimo caso al mondo. Verrebbe visto come un “intruso” e preso di traverso dal primo cane. L’ideale è combinare un incontro: a) in campo neutro; b) il più possibile rilassante e divertente. Un bel prato dove i cani possano correre liberi, fare conoscenza con tutta calma, giocare insieme. Solo a questo punto si tornerà tutti a casa, e l’effetto sarà “toh, che bello! Il mio nuovo amico viene a casa con me, così continuiamo a giocare”.
A questo iniziale piacere di avere compagnia subentrerà, sicuramente, un po’ di perplessità nelle ore successive (“Be? Ma non se va più? L’ospite è come il pesce…”), dopodiché il primo cane comincerà a pensare che il nuovo ospite sia stabile: e a questo punto bisogna essere molto abili nel non fargli mai pensare che sia lì per prendere il suo posto o per scavalcarlo gerarchicamente. Quindi daremo più attenzioni al primo cane, prenderemo le sue parti se dovesse esserci qualche piccolo conflitto e così via.
Attenzione soprattutto a non precipitarci a “difendere il povero piccolino” se l’adulto gli gira i denti per stabilire chi comanda: è normalissimo che lo faccia, e se si tratta di un cane equilibrato sarà “tutta scena”. Il cucciolo non correrà alcun pericolo.
Intervenire, sgridare l’adulto, far casino significa far pensare al primo cane che ci sono fondati motivi di preoccupazione legati a ‘sto botolo che gli è arrivato in casa.
Lasciateli fare, non mettetevi in mezzo. Se l’adulto ha difeso una sua proprietà – ciotola, giochino o altro – e il cucciolo viene a piangere da voi, ignoratelo. Voltate la testa dall’altra parte in segno di indifferente superiorità.
Altre regolette spicciole
Ciotole separate, per carità (il cibo è una delle principali occasioni di conflitto) e cucce separate.
Poi saranno sicuramente loro a scambiarsele (vedi i miei due pirla della foto a destra) o a ficcarsi entrambi nella stessa, ma ognuno deve avere i propri spazi.
Il cucciolo si adatterà tranquillamente al suo ruolo di subordinato, mentre il primo cane non si sentirà in pericolo di essere scalzato dal suo posto e nel giro di un paio di giorni accetterà la nuova presenza pensando: “A quanto paree rimane proprio qua. E allora divertiamoci più che possiamo!”
Non posso dirvi quanto tempo ci vorrà: dipende da caso a caso. Di solito, però, con cani equilibrati e con una gestione corretta, è questione di pochi giorni e non certo di secoli.
Se il nuovo arrivato è un adulto, sappiate che molto difficilmente metterà in discussione la leadership chi c’era prima di lui: i cani sono molto rispettosi dei ruoli. Quando scattano i conflitti, di solito, è per colpa degli umani che si sentono in dovere di “consolare”, “aiutare”, “sostenere” il nuovo arrivato (specie se arriva da un canile, poverino) e quindi i conflitti li creano.
Mettetevi bene in testa che il nuovo cane, anche se ha avuto un passato difficile, ha smesso di essere un “poverino” nel momento in cui ve lo siete portato a casa. Adesso è un cane, e basta: che deve imparare le nostre regole, deve rispettare noi e l’altro cane, deve adattarsi ai nostri ritmi per arrivare rapidamente ad essere un cane sereno e sicuro di sé. Trattarlo da “poverino” significa svilire lui (che, se così viene trattato, così si sentirà) e creare tensioni nel primo cane.
Non è sempre facile, lo so: però bisogna riuscirci. Per il bene di tutti.
Ciotole separate, per carità (il cibo è una delle principali occasioni di conflitto) e cucce separate.
Poi saranno sicuramente loro a scambiarsele (vedi i miei due pirla della foto a destra) o a ficcarsi entrambi nella stessa, ma ognuno deve avere i propri spazi.
Il cucciolo si adatterà tranquillamente al suo ruolo di subordinato, mentre il primo cane non si sentirà in pericolo di essere scalzato dal suo posto e nel giro di un paio di giorni accetterà la nuova presenza pensando: “A quanto paree rimane proprio qua. E allora divertiamoci più che possiamo!”
Non posso dirvi quanto tempo ci vorrà: dipende da caso a caso. Di solito, però, con cani equilibrati e con una gestione corretta, è questione di pochi giorni e non certo di secoli.
Se il nuovo arrivato è un adulto, sappiate che molto difficilmente metterà in discussione la leadership chi c’era prima di lui: i cani sono molto rispettosi dei ruoli. Quando scattano i conflitti, di solito, è per colpa degli umani che si sentono in dovere di “consolare”, “aiutare”, “sostenere” il nuovo arrivato (specie se arriva da un canile, poverino) e quindi i conflitti li creano.
Mettetevi bene in testa che il nuovo cane, anche se ha avuto un passato difficile, ha smesso di essere un “poverino” nel momento in cui ve lo siete portato a casa. Adesso è un cane, e basta: che deve imparare le nostre regole, deve rispettare noi e l’altro cane, deve adattarsi ai nostri ritmi per arrivare rapidamente ad essere un cane sereno e sicuro di sé. Trattarlo da “poverino” significa svilire lui (che, se così viene trattato, così si sentirà) e creare tensioni nel primo cane.
Non è sempre facile, lo so: però bisogna riuscirci. Per il bene di tutti.
Come gestire due cani
Moltissimi cinofili, educatori ecc. vi diranno che due cani tendono a “fare branco” e quindi diventano più difficili da gestire, tenere sotto controllo eccetera: quindi vi consiglieranno di portarli fuori uno alla volta e di dedicarvi a un cane alla volta. Personalmente non sono molto d’accordo: primo, perché in questo modo si raddoppia il tempo dobbiamo offrire ai nostri cani, e non sempre si hanno a disposizione tante ore libere al giorno, quindi si finisce per stare troppo poco con ognuno di loro; secondo, perché se non siamo in grado di porci come guide, leader, capibranco (o come volete chiamarlo) nei confronti di due cani, allora non saremo capaci di farlo neanche con uno.
Perché non è che ci sia poi ‘sta gran differenza. Soprattutto se il secondo arrivato è un cucciolo, lui seguirà pedissequamente l’adulto, che già da prima dell’arrivo del secondo cane dovrebbe vedere in noi la sua guida: quindi noi dovremo sempre fare i “boss” dello stesso cane di prima, il secondo “verrà a traino”. Man mano che cresce prenderà esempio dell’altro e a sua volta farà affidamento su di noi.
D’accordo che il mio caso è un po’ particolare, avendo io una certa esperienza (ed essendo io stessa, forse, più cane che persona…) però io mi sono portata in giro sette-otto siberian husky alla volta, senza quasi mai avere problemi (escluso qualche “incidente di caccia”, ma vabbe’: con gli husky è normale). Ma non è che facessi l’umana da pastore girando intorno ai miei cani per tenermeli vicini: mi bastava avere sotto controllo la “capobranchessa” (perché la mia era una femmina), visto che tutti gli altri facevano quello che faceva lei.
Quando sento parlare di cani che in coppia “scappano”… io mi chiedo sempre se il problema sia davvero la coppia, o se non sarebbe scappato anche il cane singolo, che evidentemente non ha il giusto rapporto con il suo umano.
Moltissimi cinofili, educatori ecc. vi diranno che due cani tendono a “fare branco” e quindi diventano più difficili da gestire, tenere sotto controllo eccetera: quindi vi consiglieranno di portarli fuori uno alla volta e di dedicarvi a un cane alla volta. Personalmente non sono molto d’accordo: primo, perché in questo modo si raddoppia il tempo dobbiamo offrire ai nostri cani, e non sempre si hanno a disposizione tante ore libere al giorno, quindi si finisce per stare troppo poco con ognuno di loro; secondo, perché se non siamo in grado di porci come guide, leader, capibranco (o come volete chiamarlo) nei confronti di due cani, allora non saremo capaci di farlo neanche con uno.
Perché non è che ci sia poi ‘sta gran differenza. Soprattutto se il secondo arrivato è un cucciolo, lui seguirà pedissequamente l’adulto, che già da prima dell’arrivo del secondo cane dovrebbe vedere in noi la sua guida: quindi noi dovremo sempre fare i “boss” dello stesso cane di prima, il secondo “verrà a traino”. Man mano che cresce prenderà esempio dell’altro e a sua volta farà affidamento su di noi.
D’accordo che il mio caso è un po’ particolare, avendo io una certa esperienza (ed essendo io stessa, forse, più cane che persona…) però io mi sono portata in giro sette-otto siberian husky alla volta, senza quasi mai avere problemi (escluso qualche “incidente di caccia”, ma vabbe’: con gli husky è normale). Ma non è che facessi l’umana da pastore girando intorno ai miei cani per tenermeli vicini: mi bastava avere sotto controllo la “capobranchessa” (perché la mia era una femmina), visto che tutti gli altri facevano quello che faceva lei.
Quando sento parlare di cani che in coppia “scappano”… io mi chiedo sempre se il problema sia davvero la coppia, o se non sarebbe scappato anche il cane singolo, che evidentemente non ha il giusto rapporto con il suo umano.
Il discorso cambia, ovviamente, quando si parla di lavoro: in campo due cani assieme sono realmente un problema (anche se si può lavorare con una coppia, volendo: però diciamo che è difficile e bisogna essere proprio bravini), quindi in questo caso sì, consiglio anch’io di “fare i turni”. Uno al lavoro e uno in kennel, o in macchina se non fa troppo caldo; e poi ci si dà il cambio. Importante, quindi, che i cani siano abituati fin da piccoli ad aspettare senza far casino che il loro umano faccia cose con il loro amico, ben sapendo che dopo toccherà comunque a loro.
Esclusi i momenti di lavoro, comunque, si potrà benissimo fare tutto insieme: passeggiate, giochi eccetera (voglio di’…se ci riesce la Canalis…). Attenzione, anche in questo caso, a non creare conflitti inutili: per esempio lanciando una sola pallina ai due cani, che potrebbero litigarsela.
Lanciate invece oggetti lunghi (bastoni, trecce di stoffa eccetera) che i due possano afferrare contemporaneamente, divertendosi entrambi. Cos’è sta fissa della pallina, che sta in una bocca sola (e l’altra rimane asciutta e si innervosisce)? Usate oggetti a due piazze!
Esclusi i momenti di lavoro, comunque, si potrà benissimo fare tutto insieme: passeggiate, giochi eccetera (voglio di’…se ci riesce la Canalis…). Attenzione, anche in questo caso, a non creare conflitti inutili: per esempio lanciando una sola pallina ai due cani, che potrebbero litigarsela.
Lanciate invece oggetti lunghi (bastoni, trecce di stoffa eccetera) che i due possano afferrare contemporaneamente, divertendosi entrambi. Cos’è sta fissa della pallina, che sta in una bocca sola (e l’altra rimane asciutta e si innervosisce)? Usate oggetti a due piazze!